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Internazionale

A los pueblos de nuestra Indoamérica

Un post pubblicato dalla presidentessa del Messico Claudia Sheinbaum

giovedì 13 febbraio 2025

Claudia Sheinbaum Pardo è una politica, fisica, ingegnere e ricercatrice messicana, presidente del Messico dal 1º ottobre 2024.
Sheinbaum ha un dottorato di ricerca in ingegneria energetica ed è autrice di oltre 100 articoli e due libri sui temi dell’energia, dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile.


Perché l’imperialismo ci vuole divisi?
Perché sa che uniti siamo invincibili!
Gli USA, una potenza che si traveste da democrazia ed esporta colpi di stato, ha affondato i suoi artigli nella nostra terra con una strategia chiara: dividi e saccheggia!
In Cile ha finanziato il colpo di stato contro Allende.
In Nicaragua armò i Contras per soffocare nel sangue la Rivoluzione Sandinista.
In Venezuela ha scatenato una guerra economica e sanzioni per derubare petrolio e sottomettere un popolo che ha osato guardare a un futuro di sovranità.
In Brasile ha utilizzato un colpo di stato giudiziario per imprigionare Lula e fermare l’ascesa dei poveri.
In Bolivia ha sostenuto un colpo di stato contro Evo Morales.
A Cuba mantiene un blocco genocida da sessant’anni, punendo un popolo che ha scelto di essere padrone del proprio destino.
Dalle terre infuocate del Rio Grande alle acque impetuose della Terra del Fuoco, siamo un solo popolo, un’unica anima intessuta dai fili della resistenza, dalla dignità e dai sogni condivisi.
La Grande Patria Latinoamericana non è un’utopia: è il battito del cuore della nostra storia, la memoria viva di coloro che hanno lottato per vederci liberi: da Túpac Amaru a Bolívar, da Martí a Che Guevara. È il territorio senza frontiere dove quechua, spagnolo, portoghese, guaraní e tutte le voci originali si fondono in un coro che canta: Unità!
Ogni ferita aperta a un Paese è un attacco a tutti!
L’imperialismo non teme i governi isolati: teme i popoli uniti!
Ci hanno imposto trattati che privatizzano l’acqua, la sanità e l’istruzione; hanno militarizzato i nostri territori per controllare le risorse. Hanno manipolato i media per seminare paura e individualismo. Ma la sua arma più letale è farci credere che siamo nemici, che la povertà dell’uno è colpa dell’altro e non del sistema che ci dissangua.
L’unità è la risposta. È l’abbraccio di solidarietà tra l’operaio argentino e il contadino colombiano; tra l’insegnante messicano e l’ingegnere venezuelano; tra i giovani che nelle strade del Perù, dell’Ecuador o dell’Honduras chiedono giustizia.
Significa comprendere che l’indipendenza di Haiti, ottenuta con il sangue nel 1804, è nostra tanto quanto la vittoria di Ayacucho [1].
È sapere che quando il Paraguay fu massacrato nella Guerra della Triplice Alleanza [2], non furono solo i paraguaiani a perdere: abbiamo perso tutti.
Uniti cesseremo di essere vittime e diverremo titani!
Dalla Zamba de Vargas alla battaglia di Carabobo, dal grido di Dolores alla resistenza mapuche, dalle Madri di Plaza de Mayo agli zapatisti che alzano la voce in Chiapas! Ogni lotta è un anello della stessa catena. La sovranità non si negozia: si difende!
E per difenderlo, abbiamo bisogno di un’unione politica, economica e culturale che ci permetta di commerciare senza dipendere dal dollaro, produrre cibo senza pesticidi, educare con la pedagogia della liberazione proteggendo la nostra Amazzonia come polmone del mondo.
Mentre Wall Street specula, la nostra gente muore di fame!
Mentre Hollywood ci vende falsi idoli, gli USA seppelliscono la nostra identità!
Ma noi abbiamo qualcosa che loro non avranno mai: la certezza che la storia la scrivono i popoli!
Oggi che il neoliberismo rinnova il suo volto con false promesse e che le basi militari USA si moltiplicano in Colombia e Brasile, è tempo di gridare con una sola voce:
Basta interferenze! Basta saccheggi!
Che l’UNASUR (Unione delle nazioni sudamericane ) riemerga, che l’ALBA [3] cresca, che la CELAC (Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi) sia il nostro scudo!
Organizziamo assemblee popolari, reti di comunicazione nostre, valute regionali, eserciti di insegnanti e artisti che risveglino le coscienze!
Perché la vera indipendenza si ottiene attraverso l’organizzazione, l’educazione e l’amore per il prossimo.
Siamo la trincea, la poesia, il seme.
Che ogni quartiere, ogni fabbrica, ogni classe sia un territorio libero dall’imperialismo!
Viva l’America Latina unita! Hasta la Victoria Siempre!

Note

[1La battaglia di Ayacucho fu un evento delle guerre d’indipendenza ispanoamericane che ebbe luogo il 9 dicembre 1824 nei pressi dell’omonima cittadina del Perù tra un esercito indipendentista guidato dal generale Sucre e composto da contingenti provenienti da Perù, Grande Colombia, Province Unite del Río de la Plata e Cile (oltre a diversi volontari stranieri, in maggioranza britannici), e un’armata monarchica sotto il comando del viceré del Perù José de la Serna e Hinojosa e del generale José de Canterac, composta da reparti spagnoli, di realisti ispanoamericani, e di nativi alleati.

[2La guerra della triplice alleanza fu il più sanguinoso conflitto della storia dell’America Latina. Venne combattuta tra il 1864 e il 1870 dal Paraguay contro le tre nazioni alleate di Argentina, Brasile e Uruguay.

[3L’Alleanza Bolivariana per le Americhe è un’organizzazione regionale che mira a favorire l’integrazione e la cooperazione tra diversi Stati dei Caraibi e dell’America Latina. È nata su iniziativa del defunto presidente venezuelano Hugo Chávez e di Fidel Castro ed ha visto la luce nel dicembre del 2004

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