L'ALLARME di ANTONIO CIANCIULLO

Traffico, polveri ultrasottili
il vero killer per la popolazione

Secondo l'Oms tolgono un anno di vita ai romani. Trasporti pubblici ignorati e inefficienti, consumo esasperato del suolo urbano, boschi e prati sacrificati al cemento: ecco come e perché i tempi della battaglia ecologica di Roma si dilatano all'infinito

ROMA  -  Lo dice l'Oms, l'Organizzazione mondiale della sanità, le polveri ultrasottili,  le PM25, micidiali prodotti del traffico cittadino, rubano ai romani in media un anno di vita. Se si riducesse di 10 microgrammi per metro cubo la concentrazioni di queste polveri si eviterebbero 1.278 morti ogni anno con un risparmio di 2,1 miliardi di euro. Ma nella città eterna la soluzione dei problemi ambientali rischia di avere tempi che si dilatano all'infinito. Sul fronte dell'inquinamento atmosferico e del traffico, nell'ultimo decennio si sono registrati progressi così piccoli da acquistare significato solo in una prospettiva secolare. Per dare una speranza ai viventi occorre un'accelerazione decisa e, in alcuni casi, un netto cambio di rotta. Ecco, mettendo assieme i dati di Legambiente e quelli dell'Organizzazione mondiale della sanità, un quadro sintetico della situazione.

Consumo di suolo.
Tra il 1993 e il 2008 i terreni destinati a usi urbani sono aumentati del 12%: 4.800 ettari di verde sono stati lasciati in balia di cemento e asfalto. Una perdita subita soprattutto della fascia agricola che circonda la città (4.384 ettari persi), e in misura minore dai boschi (416 ettari). Non basta. Secondo i Piani regolatori vigenti le previsioni peggiorano: altri 6.700 ettari, prevalentemente agricoli, verranno sacrificati all'espansione della città peggiorando, in assenza di una programmazione delle infrastrutture, tutti i problemi, a cominciare dal traffico.

Trasporto pubblico. Nel 2003 garantiva 499 viaggi per abitante all'anno.  Nel 2011 era salito appena a 519 (mentre Milano passava nello stesso periodo da 404 a 456). Negativo anche il dato sulle auto circolanti: 70 ogni 100 abitanti, molto più che a Parigi, Londra o Berlino. "I metri quadrati di suolo destinati ai pedoni romani sono fermi dal 2003 a un ridicolo 0,14 metri quadrati per abitante", aggiunge Laurenti. "Nonostante la crisi, l'impennata del costo dei carburanti e il fatto che la distanza percorsa in media in ambito urbano non supera i 7 chilometri, l'auto resta padrona incontrastata del trasporto romano".

Inquinamento atmosferico.
Nel 2003 i valori medi annui per le polveri sottili erano 47 microgrammi al metro cubo; nel 2011 il dato si è attestato a 36,5 microgrammi al metro cubo. Un miglioramento modesto e  -  sottolinea Mirko Laurenti di Legambiente - dovuto anche al fatto che sono state modificate più volte le posizioni delle centraline di monitoraggio. Nonostante questi accorgimenti, al 2012, secondo i dati dell'Arpa Lazio, restano con limiti fuori legge 4 centraline su dieci.

Impatto sanitario.
Le conseguenze dell'invasione dei tubi di scappamento è un rischio per la salute dei cittadini romani su vari fronti. Il primo  -  spiega Roberto Bertollini, direttore di ricerca dell'Oms Europa - riguarda il 43% dei romani che vive a meno di 150 metri da arterie trafficate: l'11% degli attacchi di asma dei bambini e il 23% degli episodi acuti legati a malattie coronariche nelle persone con più di 65 anni sono associati alla residenza. Il secondo rischio è evidenziato dal recente studio pubblicato su Lancet Oncology che documenta a livello europeo il rapporto tra inquinamento e tumore al polmone. "I limiti ammessi per i vari inquinanti sono ancora troppo alti: le ultime ricerche stanno mettendo a fuoco un rischio legato all'esposizione alle polveri sottili che finora era stato sottovalutato", continua Bertollini. "In particolare preoccupano le polveri ultra sottili, le cosiddette PM 2,5, quelle con un diametro inferiore ai 2,5 milionesimi di metro: penetrano in profondità negli alveoli polmonari e modificano la capacità di coagulazione del sangue aumentando il rischio di malattie cardiache e di tumori. Si sono osservati effetti significativi sulla salute anche con concentrazioni di PM 2,5 inferiori a 10 microgrammi per metro cubo, che è il limite attualmente proposto dall'Oms. Il limite dell'Unione europea è 20, lo stesso attorno a cui si aggira la concentrazione nella capitale".

 
Rifiuti. Tra il 2003 e il 2011 la raccolta differenziata è passata dal 10,5% al 24,2%. Calcolando che dovrebbe essere già al 65% e che l'obiettivo europeo tende a spostarsi in avanti si comprende che la corsa è lunga e affannosa e il risultato incerto. Anche perché nel frattempo è esplosa la bomba Malagrotta. La discarica più grande d'Europa si è arresa di fronte ai ritardi nella creazione di un ciclo virtuoso del trattamento dei rifiuti: dovrebbe chiudere ma va avanti a forza di proroghe.

11 luglio 2013

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