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Tavolino selvaggio

Camminiamo per la bellezza

Una riunione sediziosa nel Centro di Roma

lunedì 21 giugno 2010, di Adriano Labbucci


Potrebbe apparire qualcosa di anomalo, di eccentrico rispetto alla situazione che viviamo un’iniziativa dal titolo “Camminiamo per la bellezza”, promossa da SEL del centro storico e dal gruppo misto del comune di Roma per giovedì 24 giugno ore 20 con partenza da Piazza dei Crociferi (fontana di Trevi) e arrivo a Piazza Farnese.
Potrebbe, ma non lo è. In realtà il gesto del camminare e il valore della bellezza rappresentano entrambi uno scarto, un attrito rispetto a quel pensiero dominante che produce crisi economica, tagli e bavagli, l’attacco alla dignità del lavoro come a Pomigliano. Infatti camminare, che è il gesto più naturale, è diventato un esercizio sovversivo rispetto alla privatizzazione degli spazi pubblici, al dominio della motorizzazione, alla velocità come valore. Camminare è dare tempo al tempo, in una società dove questa risorsa, la più preziosa della nostra vita, ci viene sottratta o è eterodiretta. Anni fa gli amministratori cittadini di Los Angeles scrissero che il pedone è il più grande ostacolo al libero fluire del traffico, sembra una battuta di Woody Allen. E’ invece il paradigma di un mondo capovolto, che è quello che vediamo ogni giorno in tanti campi.
Riscoprire il valore della bellezza come criterio e finalità dell’agire politico è anch’esso qualcosa di sovversivo. L’ideologia e la pratica dello sviluppismo porta con sè la bruttezza. Non c’è più attenzione e cura per i luoghi, c’è al contrario un assalto violento e selvaggio in nome del valore economico, della valorizzazione, parola magica e nefasta come poche. Un tempo vivevamo in case brutte e città belle, oggi è il contrario: belle case e città sempre più brutte. Non è casuale, è la conseguenza di questo modello di produzione e consumo (ultima la vicenda del disastro ecologico prodotto dalla British Petroleum), di questo modello di vita. Per questo una forza di sinistra degna di questo nome deve mettere al centro e ricongiungere nel suo pensiero e nella sua azione etica ed estetica, giustizia e bellezza. Perchè la bellezza è un potente fattore di coesione sociale, porta ad avere più rispetto per sè e per ciò che ci circonda.
E’ questa la nuova frontiera di una sinistra capace di cogliere fino in fondo i segni dei tempi, di avere coraggio profetico che non è pre-vedere o pre-dire il futuro ma vedere e dire del presente ciò che gli altri non vedono e non dicono, di rappresentare un punto di vista critico sull’esistente. Se non fa questo non c’è motivo che la sinistra esista, è inutile a sè e agli altri.
“Camminiamo per la bellezza” richiama tutto questo. Luoghi unici al mondo, patrimonio dell’umanità ridotti a vetrina e consumo; espulsi residenti, artigiani, botteghe storiche in nome del dio denaro un’invasione di attività commerciali tutte uguali ha stravolto e reso brutti e invivibili quei luoghi. La movida notturna non è la causa ma l’effetto della totale abdicazione della politica al suo compito di programmazione e indirizzo in nome di un’idea di città. Siamo invece in balia dell’interesse economico privato, ieri con Veltroni oggi con Alemanno, che impone le sue regole e i suoi desiderata ad amministratori compiacenti o subalterni in speranzosa attesa di qualche vantaggio economico o politico. Attività che troppo spesso vivono e prosperano nell’illegalità tollerata: nel 2009 nel solo centro storico più di 700 infrazioni per occupazioni di suolo pubblico totalmente abusive o difformi; nel 2010 è ancora peggio, uno su tre è irregolare. Mentre è in arrivo una stangata fatta di aumenti delle tasse comunali, delle tariffe, dei trasporti pubblici quanti soldi vengono sottratti alle casse comunali da un’evasione fiscale così plateale e massiccia?
Poi di fronte al caos, all’invivibiltà di quei luoghi si risponde al solito modo: divieti, giri di vite che durano lo spazio di un mattino perchè se non si riafferma un’idea di città e di primato del pubblico non c’è soluzionei.
Per questo è importante camminare: perchè una città dove si cammina è più sicura e vivibile; perchè la città è un bene comune che deve eesere vissuto da tutti e tutte e non gestito da pochi; perchè dobbiamo rimettere la politica con i piedi per terra così da riscoprire storie e luoghi.
Perchè i piedi non mentono.

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