Il giorno stesso in cui è entrato in carica, lunedì 20 gennaio, il quarantasettesimo Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo dal titolo "Porre fine ai programmi DEI e alle preferenze del governo radicali e dispendiose". Il DEI (Diversity, Equity, and Inclusion), programma governativo sull’inclusione e la diversità, ha l’obiettivo di costruire un ambiente di lavoro più inclusivo, di ridurre le disuguaglianze e di garantire una maggiore rappresentanza per i gruppi storicamente emarginati.
Diversity, Equity, and Inclusion sono i tre pilastri su cui il programma investe per creare un ambiente di lavoro equo e rispettoso, ci ricorda in parte il nostro Codice delle pari opportunità tra uomo e donna del 2006. La diversità si riferisce alle differenze che caratterizzano le persone, come il genere, l’età, l’orientamento sessuale, le abilità fisiche, le convinzioni religiose e la situazione socio-economica di ogni lavoratrice e lavoratore. L’equità riguarda la creazione di condizioni giuste all’interno dell’ambiente di lavoro. Ogni persona deve poter accedere alle stesse opportunità, tenendo in considerazione le diverse esigenze individuali e quindi anche i mezzi a disposizione possono e spesso devono essere diversi. L’inclusione, infine, è il fattore che concretizza diversità ed equità. Un ambiente inclusivo è quello in cui ogni individuo si sente accolto, rispettato e valorizzato. Questo concetto ha preso piede negli Stati Uniti negli anni ‘60, con l’obiettivo di combattere le discriminazioni e promuovere una maggiore rappresentanza nei luoghi di lavoro, nelle università e in altri ambiti della società.
Nonostante l’introduzione di queste politiche da parte del governo federale e l’adesione di numerose grandi aziende, già dal 2023 il tema è stato oggetto di critiche, soprattutto da parte dei conservatori i quali argomentano il fatto che queste politiche favorirebbero una discriminazione al contrario, penalizzando i bianchi e altre categorie storicamente privilegiate. Trump ha cavalcato questa onda definendo le politiche di diversità come «un attacco alla cultura americana» e un sostegno a un «sentimento anti-bianco» che minerebbe il paese.
In risposta alle politiche autoritarie di Trump, diversi imprenditori hanno difeso il valore del programma DEI. I legislatori di 30 stati su 50 hanno firmato una lettera in cui sottolineano che le politiche di inclusione hanno storicamente rinforzato la società, che nel corso degli anni sono stati fatti grandi progressi nei diritti civili, come l’introduzione del suffragio universale e sul versante dei diritti delle donne, il miglioramente che c’è stato.
L’amministrazione Trump, senza sentire ragioni, ha deciso di mettere in congedo retribuito in vista di licenziamento tutto il personale federale addetto alle politiche e all’attuazione del programma DEI. Ai lavoratori federali è stato chiesto di riferire all’Office of Personnel Management di Trump se sospettano che un programma correlato al DEI sia stato rinominato per offuscarne lo scopo. Le agenzie federali hanno dovuto compilare un elenco degli uffici e dei lavoratori federali della DEI in forza al giorno delle elezioni e hanno il compito di stilare un piano per per la fuoriuscita di questi lavoratori federali.
Tra le aziende private prontamente capitolate ci sono Amazon, Google, Meta, Ford, McDonald’ e Disney.
Siamo solo agli inizi di questo mandato!