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Vaticano

Leone XIV

Sarà un altro papa o seguirà le orme di Francesco?

sabato 10 maggio 2025, di J. Pierluigi Renzi

Il cardinale statunitense Robert Francis Prevost è stato eletto papa l’8 maggio 2025, assumendo il nome di Leone XIV. Succede a Papa Francesco, deceduto il 21 aprile 2025.


Il mondo sta andando nella direzione opposta a quella necessaria per affrontare le questioni più urgenti e drammatiche, come la pace e la crescente divaricazione tra ricchezza e povertà. Quello che sta accadendo in Palestina ne è emblema ed è il segno della follia che ci condanna. Servono tutte le forze possibili per provare ad invertire una tendenza che pare inarrestabile.

Il motto scelto da Leone XIV, "In illo uno unum", è una locuzione latina che può essere tradotta come:

"In Colui che è l’Uno, uno"

Questa espressione riflette un profondo significato teologico, ispirato alla spiritualità agostiniana. Secondo Sant’Agostino, l’unità dei fedeli si realizza pienamente solo in Cristo, l’Uno per eccellenza. Il motto richiama l’idea che, pur essendo molti, i cristiani trovano la loro unità in Dio; come afferma la tradizione agostiniana: "En ipso uno unum sumus" ("In Lui, l’Uno, siamo uno").
"In illo uno unum" non è dunque solo un motto teologico, ma una dichiarazione di intenti spirituali e pastorali: la Chiesa, secondo Leone XIV, deve ritrovare la sua unità spirituale e morale nel Dio dell’amore e della verità, così come lo concepiva Agostino.
Il nuovo Papa ha spiegato di aver scelto il nome Leone XIV in onore di Leone XIII, noto per la sua enciclica Rerum Novarum (1891), che affrontava le questioni sociali emergenti durante la prima rivoluzione industriale. Con questa scelta, Leone XIV intende sottolineare l’importanza della dignità umana e del lavoro, temi particolarmente rilevanti nell’era attuale, segnata da una nuova rivoluzione digitale e dall’intelligenza artificiale.
Nato a Chicago nel 1955, Robert Francis Prevost ha svolto un’intensa attività missionaria in Perù per oltre due decenni. La sua esperienza pastorale e il suo impegno per la giustizia sociale lo hanno reso una figura rispettata sia in America Latina che nella Curia romana. Nel 2023, Papa Francesco lo nominò Prefetto del Dicastero per i Vescovi.
L’elezione di Papa Leone XIV può apparire come un segno di continuità nel solco tracciato da Papa Francesco, soprattutto per quanto riguarda la Chiesa povera per i poveri, l’attenzione alle periferie del mondo, l’ecologia integrale (sulla scia della Laudato si’), l’impegno per la pace, anche in scenari di guerra “a pezzi”.

Il fatto che Leone XIV provenga dagli Stati Uniti ma abbia vissuto oltre vent’anni come missionario in Perù non lo àncora al potere occidentale, ma al contrario lo radica nelle istanze del Sud globale, da cui guarda alle disuguaglianze con uno sguardo concreto e pastorale.
Le prime dichiarazioni sembrano indicare una linea chiara: difesa della dignità del lavoro (come risposta alla nuova “rivoluzione industriale” e all’intelligenza artificiale), denuncia delle guerre dimenticate e delle “armi che non tacciono mai"; invito ai governanti a “non ascoltare solo i mercati ma i cuori dei poveri” (frase riportata nel discorso ai cardinali del 9 maggio).
Sarà continuità? Molto dipenderà dalla composizione del Collegio cardinalizio e dalle sue dinamiche interne e dalla capacità di Leone XIV di mobilitare la coscienza cattolica mondiale, come fece Francesco con Fratelli tutti o Evangelii gaudium ma anche da quanto i media e l’opinione pubblica cattolica lo sosterranno nel momento in cui dovesse parlare "fuori dal coro" su armi, capitalismo e disuguaglianze.

Certamente dovremo aspettare altri segnali. Un segnale chiave sarà se e quando dovesse convocare un Sinodo straordinario sulla pace e la giustizia, pubblicare una nuova enciclica sociale o ambientale, o compiere un viaggio significativo, ad esempio in Ucraina, Palestina o Sudan. Staremo a vedere.

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