Domani mattina 6 giugno, alle 10,30, il sindaco Gualtieri inaugura la Piazza Augusto Imperatore. Non è una piazza del centro conquistata ai pedoni e liberata dalle macchine, si tratta di una vera nuova piazza nel cuore del centro storico di Roma, certamente la prima realizzata dopo Roma Capitale.
È una storia lunga che inizia con Veltroni e un concorso di progettazione vinto da un gruppo di architetti guidati dal Prof. Mario Manieri Elia, uno tra i maggiori storici italiani e con una sensibilità per l’urbanistica e la città veramente rari.
Il progetto fu definanziato da Alemanno e non se ne stava facendo nulla, nel 2014 da Assessore chiesi e ottenni da Marino il suo rifinanziamento dopo che con la Soprintendenza ridefinimmo insieme all’arch. Francesco Cellini, la sistemazione del secondo stralcio, quello della sistemazione attorno al monumento.
Nel bilancio ci mettemmo 15 milioni di euro che consentirono l’avvio della gara per la selezione dell’impresa e l’avvio dei lavori; presentammo la gara nel gennaio del 2015 all’auditoium dell’Ara pacis che si concluse appena in tempo, prima che l’amministrazione Marino cadesse.
Come spesso succede la valutazione e l’affidamento definitivo dei lavori è andato per le lunghe, tra ricorsi e aggiornamenti del progetto, e poi, a lavori iniziati, i ritrovamenti archeologici che hanno rallentato i lavori. Ma oggi, a distanza di dieci anni, Roma può apprezzare la realizzazione di uno dei progetti più belli pensati per questa città e per il suo rapporto tra antico e contemporaneo. Una cordonata che dalla sistemazione degli anni 30 scende alla quota del mausoleo, dove ancora ci sono i pavimenti originali del tempo di Augusto, per poi risalire verso il Tevere, fino a incontrare la teca dell’Ara Pacis dell’arch. Richard Meier. In quale città del mondo è possibile fare in poche decine di metri questo escursus di opere che si collocano in un tempo così dilatato? Non solo guardarle dall’alto come per tanti anni si è fatto (vedi Largo Argentina), è questa una delle cose contro cui Manieri Elia si è battuto di più, Roma contemporanea deve vivere della sua storia nel vivo del suo quotidiano, spazi da attraversare, da poterci camminare sopra.
Sono particolarmente contento di vedere oggi questo splendido risultato, non solo una nuova piazza per Roma ma un nuovo modo di pensare e vivere la storia di questa città, di fruirla e abitarla, non solo per i turisti ma per i romani, tutti i romani.