Nessuna definizione è sufficiente a catturare l’anima e la storia di Testaccio, quello spicchio di Roma compreso tra Via Marmorata, le Mura Aureliane e il Fiume Tevere: un luogo mitico della romanità fin dai tempi in cui qui venivano scaricate le merci che, arrivate al porto di Ostia, risalivano il tevere su chiatte trainate da bufali e, soltanto a partire dal 1842, da rimorchi a vapore. È in virtù di questa tradizione che a Testaccio i resti di qualcosa come 25 milioni di anfore formarono il celebre Monte dei Cocci; ma è grazie alla tradizionale generosità dei suoi abitanti, al loro naturale attacamento al quartiere se, ancora oggi, parlare di spirito testaccino significa parlare di qualcosa di irriducibilmente romano: una caratteristica fiera e bellissima che fa di Testaccio il cuore di Roma, motivo di orgoglio e di vanto per un’intera città a cui - partendo dalle vie del suo quartiere simbolo - questo libro è dedicato.
(introduzione, dalla copertina del libro)