Camorra, ecco la città dei clan

A Roma la Camorra ha la sua piazza privilegiata. Sulla città premono interessi e infiltrazioni a macchia di leopardo che arrivano ovunque. Una longa manus capillare che parte dagli esercizi commerciali e arriva agli investimenti finanziari e immobiliari fino al controllo degli appalti pubblici. C' è una frase chiarificatrice del boss pentito Pasquale Galasso, detta in Commissione parlamentare antimafia nel luglio del 1993: «Vedete, Enrico Nicoletti della banda della Magliana era per noi come un porto di mare». Un concetto che la dice lunga sull' organizzazione camorristica nella capitale, che da anni garantisce operazioni di riciclaggio e reinvestimento di danaro sporco, tant' è che Nicoletti ha avuto sequestri di beni per centinaia e centinaia di milioni. E ogni zona ha la sua impronta criminale. Gli affari illegali nella zona di Centocelle e in quella di Ciampino sono legati all' estorsione e alla droga. Una fortissima presenza in questi settori c' è l' ha il clan Senese. E poi c' è il centro: molti negozi sono controllati dai clan napoletani. La camorra a Roma ha comprato prevalentemente pizzerie: esistono agli atti elementi che rinviano al controllo di ristoranti da parte dei Cammisso e dei Casalesi. Ma non solo. Hanno acquistato decine di negozi di abbigliamento, con un meccanismo che ricorda quello che è stato usato per il centro commerciale di Aprilia: qui era stato aperto un negozio di una catena di abbigliamento che si può far risalire alla famiglia Giuliano. Quando la catena di negozi viene sequestrata dalla Guardia di finanza, per le decine di esercizi che si trovano anche all' estero (nell' Europa dell' Est o in Giappone), il sequestro viene notificato ad Aprilia. L' intreccio tra Roma e Napoli è strettissimo: a Napoli la camorra organizza su Roma l' acquisto e il controllo di interi pezzi di settori commerciali, addirittura specifiche fasce di abbigliamento, il casual o capi per bambini per esempio, e attraverso quelle società si appropria di altre aree merceologiche. Nella provincia di Roma e nella provincia di Latina l' ha fatto massicciamente. Il clan è diventato più forte grazie all' alleanza con i cinesi. La camorra ha stabilito a Roma un accordo di ferro con i grandi importatori cinesi, organizzazioni come i Tong o le Triadi. è qui che il gioco si fa duro: la camorra importa container carichi di capi di abbigliamento e di materiale elettronico falsificato. Container che passano per le grandi aree di stoccaggio, dal porto di Civitavecchia, container che poi trovi al Tuscolano, in grandi capannoni, e sono gli stessi container i cui materiali vengono dirottati nei negozi dell' Equilino. Per cui si ha un ciclo completo: franchising-negozi che utilizzano materiale che è stato fabbricato in Cina, e da qui è importato, che viaggia in questo tipo di circuito in base a un accordo che è gestito a Napoli, per dirne una, dal clan dei Contini e dal clan Ricciardi. Cambiando merci è noto come il mercato ortofrutticolo di Fondi sia stato posto sotto assedio, insieme a molte aziende di distribuzione di prodotti ortofrutticoli e agroalimentari. C' è un' aggressione anche al settore delle agenzie portuali e turistiche, considerate strategiche anche per altri traffici, come le imprese impegnate in edilizia, strutture alberghiere, settore della ristorazione, smaltimento dei rifiuti, supermercati, e infine l' affare del momento, i centri commerciali. La camorra è riuscita a mettere sotto persino controllo alcune attività tipicamente delinquenziali ma di livello basso: furti, scippi, rapine. Molti affiliati fungono da ricettatori. La roba rubata o rapinata viene portata a esercizi che trattano i preziosi, per cui è possibile trovare in grosse oreficerie romane, magari anche all' insaputa di chi acquista o chi prende in pegno, oggetti che sono di provenienza illecita. Uno degli interessi del clan Senese è questo. Ed è un "settore" che su una piazza come quella di Roma diventa di rilevanza imprenditoriale. Il più appetitoso è il "grande piatto" delle infrastrutture. La provincia di Roma ha in corso i lavori di una rete di arterie stradali e di opere pubbliche di grande rilevanza. Per queste opere pubbliche automaticamente concorrono alle gare società che sono ricollegabili al clan dei Casalesi come per la realizzazione del tratto Roma-Napoli dell' autostrada del Sole. E ancora la Tav, l' Alta velocità: indagini della sezione anticrimine del Ros di Roma, come le indagini provenienti dalla Distrettuale antimafia di Napoli, hanno dimostrato la presenza di società del clan dei Casalesi. Questo clan è riuscito a entrare nel settore edile romano con imprese da loro controllate ma i cui imprenditori che compaiono sono totalmente puliti, imprese ineccepibili, addirittura dal punto di vista dei versamenti all' Inps e all' Agenzia delle entrate. Il Gia, il Gruppo interforze della prefettura a Roma, in particolare in questo periodo che c' è la costruzione della metro C, ora che c' è il discorso di nuovi appalti e opere stradali, sta passando al setaccio, con sorprese ogni giorno più preoccupanti, un enorme elenco di società che si occupano di edilizia. (1 - Continua)

ANNA MARIA LIGUORI