Milano, 15 dicembre 2016 - 07:04

Campidoglio, tutti gli «alemanniani»
Ascesa dei dirigenti vicini alla destra

Da Raffaele Marra ai ripescati nelle super partecipate Ama e Atac: nel Campidoglio dell’era Raggi tornano in superficie (con incarichi apicali) i manager che erano potenti durante la gestione della giunta Alemanno. Un segnale di «pericolo» per Beppe Grillo

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Un conto è la Rete, un altro è avere una rete, un network. Tra le tante questioni che il M5S, molto entusiasmo ma zero pregresso da amministratore, si è posto prima e dopo la conquista del Campidoglio, il sistema per governare la Capitale è senz’altro quella centrale. In questo senso la parola chiave è stata subito identificata: esperienza. Tipo quella che avevano già i falchi di Virginia Raggi, l’uomo del Personale Raffaele Marra e il capo della segreteria politica Salvatore Romeo. Figure discusse, certo. Le loro nomine sono finite in procura e all’Anac, ora l’analisi verte pure sulla legittimità delle loro firme su decine di documenti. Ma resilienti di lungo corso, profili ora rampanti, collegati ed esperti. E a Roma l’esperienza è tutto.

E’ per questo che oggi, col Campidoglio in crisi per (l’ennesima) grana dimissioni di Paola Muraro e con le galline dalle uova d’oro Ama e Atac nella bufera, il potere del duo Marra-Romeo cresce tanto da far ri-emergere la muraglia di dirigenti «alemanniani», di ritorno nei trasporti e nei rifiuti. Cognomi noti come Limiti, Muzi, Rubrichi e D’Ignazio in Ama, i fratelli Gian Francesco e Stefano Regard, Emilio Cera, Pierluigi Pelargonio e Franco Middei in Atac. Come pure il caso di Patrizia Del Vecchio, ex dell’Atac di Alemanno che Raggi ha riciclato con promozione e due incarichi al Dipartimento cultura. Rieccoli.

Un reticolo che rimanda alle ere geologiche dell’ex sindaco di destra e di Franco Panzironi, ex ad di Ama coinvolto con l’allora dg, Giovanni Fiscon, nell’inchiesta su Mafia Capitale. Una svolta a destra che rappresenta, sì, una discontinuità con la gestione pd, ma pure un segnale «pericoloso», stando al garante M5S, Beppe Grillo.

Esempio. L’inghippo che, dopo il varo del nuovo assetto aziendale, ha spinto il dg di Ama Stefano Bina, uomo di area Casaleggio, a varcare la soglia delle dimissioni, è generato dal ritorno degli uomini forti dell’era Alemanno. Sotto impulso, manco a dirlo, dei soliti Marra e Romeo. Quattro casi danno il quadro di un metodo scientifico: Emiliano Limiti, ex responsabile degli acquisti in epoca Fiscon, indagato (e prossimamente archiviato) per associazione mafiosa, è stato promosso a capo della direzione amministrazione e finanza; poi Giuseppe Rubrichi, neo direttore delle risorse umane, arrestato nel 2009 per traffico di rifiuti a Colleferro. Quindi Alessandro Muzi, il nuovo manager del servizio engineering: buoni rapporti col ras dei rifiuti Manlio Cerroni, nel primo blitz della Raggi con Muraro, a Rocca Cencia, si fece fotografare accanto a sindaco e assessora esibendo la copertura politica. Copertura di cui, oggi, raccoglie i frutti.

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