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Ambiente, economia

l’Italia a rifiuti zero per una economia circolare

I rifiuti sono una risorsa, bruciarli è un nonsenso e uno spreco che produce inquinamenti e CO2: riduzione a monte, riuso e riciclo di quelli prodotti per un’economia circolare

lunedì 5 settembre 2022

Programma della Alleanza Verdi Sinistra Italiana


Gestione dei rifiuti prodotti per massimizzare recupero e riciclo

È possibile ridurre la quantità dei rifiuti non più riciclabili al 15-20 % del totale di quelli prodotti come "raccolta indifferenziata", con vantaggi rilevanti di tipo economico e ambientale: in questo modo si potrà ridurre le capacità di incenerimento degli impianti esistenti fino alla dismissione, e rispettare il limite del 10% di rifiuti da destinare a discariche entro il 2035.

La logica da seguire e le cose da fare sono semplici:
• raccolta differenziata di qualità, tipicamente porta a porta;
• priorità alla raccolta differenziata dei rifiuti organici - vicino al 100% entro 2- 3 anni - che vanno trattati mediante compostaggio aerobico, relegando la produzione di biogas (digestione anaerobica) alla gestione di reflui e materiali inquinati e degradati;
• gestione dell’indifferenziato residuo con impianti che massimizzano l recupero di materia, eliminando gli attuali TMB nati per produrre materiale da bruciare e da inviare in discarica;
• realizzazione di piattaforme impiantistiche per il riciclaggio e il recupero dei materiali, finalizzato al reinserimento nella filiera produttiva;
• realizzazione di centri per la riparazione e il riuso, in cui beni durevoli vengono riparati, riutilizzati e venduti;
• evitare mega infrastrutture ma prevedere impianti di dimensioni medio piccole distribuiti nel territorio, per aumentare il coinvolgimento dei cittadini, e rispettare il “principio di prossimità” limitando la circolazione di automezzi che trasportano rifiuti in aree lontane
• introduzione della tariffa puntuale: le utenze pagano sulla base della produzione effettiva di rifiuti non riciclabili da raccogliere.

Economia circolare e strategia rifiuti zero

È l’unica soluzione in termini di salvaguardia del pianeta e di una sostenibilità economica che rappresenti una nuova opportunità di sviluppo vista in termini di competitività, innovazione, ambiente e occupazione.

NUOVI INCENERITORI NON SERVONO. NO ALL’INCENERITORE PER ROMA, SI ALLA RACCOLTA DIFEFRENZIATA, AL RECUPERO E RICICLO, CON IMPIANTI DI PICCOLE DIMENSIONI DISTRIBUITI SUL TERRITORIO

Occorre rivedere il piano nazionale per la gestione dei rifiuti, razionalizzare e intensificare i controlli tenendo conto che:

l’Europa disincentiva la realizzazione di impianti di incenerimento e considera la cosiddetta “termovalorizzazione” (termine introdotto in Italia per giustificare le sovvenzioni pubbliche a questi impianti, considerati come quelli rinnovabili) solo come una soluzione di ultima istanza per trattare le quantità residuali di rifiuti che rimangono inutilizzabili dopo aver applicato tutte le tecnologie e i metodi disponibili per recuperare e riciclare materia;

• Ciò in coerenza con la “gerarchia dei rifiuti”, cioè la priorità degli obiettivi da conseguire: innanzitutto ridurre la produzione di rifiuti, poi massimizzare il recupero di materia - attraverso la raccolta differenziata spinta e l’impiego di idonei impianti di trattamento -, e solo al termine bruciare ciò che avanza per produrre energia e infine smaltire in discarica perché l’incenerimento dei rifiuti non permette il recupero delle materie prime e i prodotti che potrebbero produrre ulteriore valore se riutilizzate o riciclate e reimmesse nel ciclo economico.

in questo senso l’incenerimento è soluzione residuale, e non può essere concepito come pratica “usuale”, addirittura virtuosa in quanto utile a produrre energia. È noto, infatti, che bruciare materiali (rifiuti) è comunque uno spreco in quanto l’energia prodotta è 3-4 volte inferiore a quella necessaria per fabbricare di nuovo i materiali bruciati.

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