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Sinistra

Una ottima novità

Elly Schlein, AVS e l’opposizione.

venerdì 10 marzo 2023, di Peppe De Cristofaro


1. L’elezione di Elly Schlein alla leadership del Pd è un’ottima notizia, per la sinistra tutta. E lo è ancora di più per le modalità con cui si è realizzata: gli elettori, in maniera del tutto inaspettata hanno rovesciato un esito che pareva scritto, riversando su quel voto richieste ben precise. Richieste e volontà che erano già emerse nel voto alle elezioni politiche. A me pare, cioè, che quegli elettori di sinistra che sono andati a votare Elly Schlein alle primarie di un partito non loro, lo hanno fatto anche per provare a rendere più facile ciò che, innanzitutto per la divisione del campo progressista, non è riuscito il 25 settembre scorso. Una occasione, ma anche una responsabilità in più.

2. È giusto parlare di opportunità per la sinistra tutta. Perche quella domanda è rivolta alla leadership del Pd in quanto principale partito (ma anche, almeno finora, principale problema), ma in realtà parla a tutti noi. Non solo perché una larga parte dei partecipanti alle primarie non erano iscritti (e talvolta nemmeno elettori) del Pd, ma perché, in tutta evidenza, la spinta veicolata da quel voto chiama in causa l’intera sinistra, chiede a tutti - e non solo al Partito Democratico - un cambio di passo. La chiamata ai gazebo è stata vissuta, da tanti, con lo stesso sentimento con cui, qualche anno fa, si partecipava alle “primarie di coalizione”. Una questione che riguarda e che appartiene, cioè, all’elettorato progressista nel suo insieme.

3. Se la sfida riguarda tutti, riguarda anche noi. Noi che abbiamo sostenuto alle ultime elezioni l’Alleanza Verdi-Sinistra e che del binomio giustizia sociale e ambientale abbiamo fatto il cuore del nostro programma. Più quelle idee, quelle proposte - molte delle quali già ben presenti anche nell’ultima stagione del Movimento 5 Stelle - avranno cittadinanza nel dibattito pubblico, meglio sarà. Un ‘affollamento’ a sinistra è tutto tranne che un problema, sopratutto dopo una lunga fase durante la quale l’egemonia liberista ha invaso anche una parte larga dello schieramento democratico. A patto, ovviamente, che le parole si traducano in fatti. E che l’affollamento serva a costruire un campo in cui chi contesta il rigore e l’austerità non venga tacciato di anti-europeismo, per esempio. O chi si batte per la pace e una soluzione diplomatica alla guerra non venga accusato di diserzione. Ma pure a patto che ci si sappia sentire, anche soggettivamente, all’altezza della sfida.

4. Non deve nè spaventare, nè preoccupare, che ‘l’effetto Schlein’ possa, nell’immediato, erodere il consenso delle forze potenzialmente alleate. Vale per l’Alleanza Verdi-Sinistra, ma anche per il Movimento 5 stelle. Non solo perché la storia dimostra che il ‘tanto peggio tanto meglio’ non esiste, e che - in Italia, almeno- alla crisi della ‘sinistra riformistà non ha certo corrisposto la crescita di una ‘sinistra alternativà. Anzi, di solito, quando si cresce si cresce tutti e quando si arretra si arretra insieme, nonostante le differenze. Ma perché l’obiettivo, comune per tutti, dovrà essere, più che cambiare i rapporti di forza all’interno di un campo progressista (peraltro ancora tutto da costruire), ribaltare i rapporti di forza nella società. Per farlo non basta l’unità delle forze progressiste in una opposizione comune (che pure è una precondizione), ma occorre un progetto, capace di parlare ai milioni di persone che oggi non votano più. E, sopratutto, capace di convincerli.

5. Alla destra Meloniana al governo del paese va riconosciuto un ‘merito’: aver sgomberato il campo da molti equivoci, dalla confusione indotta da una destra che si fingeva ‘socialè, più attenta cioè alle esigenze delle fasce più povere di quanto non lo fosse la sinistra. Era una menzogna, alimentata però da un Pd che per troppi anni è apparso ‘terrorizzato’ da qualsiasi refolo, sul piano sociale come su quello politico, sembrasse provenire da sinistra. La Destra ha dissipato questo equivoco: in ogni suo atto, da quando è al Governo, ha penalizzato i poveri e premiato i più avvantaggiati. Come del resto è sempre stato nella storia. è arrivato il momento di smontare definitivamente questa menzogna. Liberando però il campo, anche a sinistra, da una contro-narrazione altrettanto stereotipata: quella secondo la quale i diritti civili riguarderebbero solo i benestanti e i diritti sociali solo gli strati più deboli.

6. L’Alleanza Verdi-Sinistra può svolgere un ruolo importante nella costruzione di un progetto alternativo alle destre. In questi primi mesi, nonostante gli evidenti limiti numerici, credo sia stato fatto un buon lavoro parlamentare. Ma non basta e non può bastare: serve un salto di qualità - organizzativo ma innanzitutto politico - in grado di dimostrare come l’alleanza non sia stata soltanto una lista elettorale. Insistere sulle nostre priorità programmatiche, costruire eventi pubblici nazionali e locali, attraversare le prossime scadenze elettorali amministrative dando continuità al simbolo rossoverde, immaginare forme di coordinamento più avanzate, aprire definitivamente le porte alle liste e ai movimenti civici, devono essere le priorità attorno alle quali costruire il lavoro dei prossimi mesi.

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