Commenti, richieste, suggerimenti alla redazione di Rioneventesimo.it
I Testaccini non amano raccogliere i bisogni dei loro fedeli animali e sporcano in modo vergognoso le strade del nostro rione. Lo fanno, senza vergogna, anche intorno alla scuola elementare dove magari vanno i loro figli e nipoti. L’AMA, più volte interpellata, non risolve il problema. Cosa possiamo fare noi residenti più civili che amiamo e rispettiamo il luogo dove viviamo? Facciamoci venire qualche idea simpatica per sensibilizzare i nostri vicini di casa. Ovviamente non perdiamoci mai d’animo quando ci capita di assistere a questo comportamento incivile e protestiamo energicamente.
Ho letto la lettera del Sig. Alfio Morini e vorrei rispondergli come componente della redazione di RioneVentesimo e ringraziarlo per i suggerimenti in essa contenuti. Le sue parole e le sue riflessioni ci dicono che il nostro giornale online può diventare un punto di riferimento per i cittadini di Testaccio ma non solo. Infatti, la nostra ambizione è quella di aprirlo a tutto il I Municipio e per farlo abbiamo bisogno di avere il sostegno di collaboratori nei vari campi: territorio, cultura, politica, cultura ecc.
Ieri Maurizio Rosi ci metteva in guardia dal politicizzare troppo RioneVentesimo e soprattutto di non configurarlo come
il giornale di SEL. Io penso che ciò sia in parte inevitabile. La cosa importante è aprirci all’esterno e non essere faziosi. D’altra parte anche sul cartaceo scrivevamo di politica ed era chiaro il riferimento ai DS.
Intanto voglio pregare Alfio di collaborare con noi e di continuare a darci consigli e suggerimenti.
Gabriella Casalini
Gentile Redazione di Rioneventesimo.it,
Come tutti gli ultracinquantenni ho molta più dimestichezza nel leggere un giornale o sfogliare un libro che non nell’utilizzare il computer.
Non è una scelta per così dire "ideologica": fa i conti solo con la mia età e con l’abitudine al cartaceo. Le persone della mia generazione trovano difficoltà a stare al passo con i tempi....
A un certo punto però, alcuni anni fa, ho deciso, su sollecitazione di mia figlia, di acquistare un computer e abbonarmi ad Internet.
Piano piano ne ho acquisito conoscenza (a livello molto elementare) e ho cominciato come si dice "a navigare".
Pochi giorni fa casualmente mi sono imbattuto con sorpresa nel vostro interessante sito Internet che ho cominciato a "sfogliare". Ci vorrà del tempo per leggere i quasi 300 articoli che avete pubblicato finora, ma mi sono ripromesso di farlo col tempo per quanto riguarda gli argomenti che mi interessano e che riguardano vita e storia del Rione Testaccio, nel quale ho sempre vissuto.
Parlando in piazza con amici e conoscenti di questo mio incontro con Rioneventesimo.it, devo dire che (a parte ovviamente coloro che non hanno o non usano il computer) nessuno, sottolineo nessuno, ne è a conoscenza; al massimo qualcuno si ricorda della vecchia versione cartacea che mi pare è durata poco.
Il punto è proprio questo: a che serve una bella pubblicazione se pochi o pochissimi la leggono?
Come si può fare a divugarne l’esistenza e a stimolarne la consultazione?
A mio giudizio un modo efficace potrebbe essere quello di coinvolgere i cittadini come me, ma di qualsiasi età, rendendo loro stessi in qualche modo redattori in grado di fornire informazioni, segnalare mal funzionamenti, denunciare abusi, divulgare notizie, descrivere episodi, ricordare avvenimenti....
Nè più, nè meno di quello che state facendo in modo egregio, ma con una potenziale rete di collaboratori ben disposti a dare un contributo ...... e a leggere con soddisfazione il proprio nome.
Pensavo che addirittura una rubrica come Compro/Vendo/Affitto potrebbe aiutare ad allargare il bacino d’utenza di questa iniziativa editoriale on line, come si dice.
Anche l’impostazione "politica" ben definita (sinistra e libertà e Nichi Vendola), ma non partitica assillante, mi sembra giusta.... Per una sinistra nuova, rinnovata e che sappia ascoltare...
Se volete, ogni tanto vi invierò qualche mio piccolo contributo.
Un caro saluto
Alfio Morini
Leggo sul numero 1 delle rivista "Strade pulite" per la sensibilizzazione
sul tema del degrado abientale e della pulizia del rione e l’invito a
verifcare la pulitura da parte dell’AMA.
Forse il problema è un però più a monte. E si dovrebbero coinvolgere i
cittadini a sporcare un po’ di meno visto il livello spaventevole di
sporcizia.
Faccio qualche esempio precisando che abito in via Luca della Robbia al
civico 80.
1) gli operatori del mercato di piazza testaccio buttano tutto per terra
senza curarsi dei cassonetti e meno che mai della raccolta differenziata,
per esempio degli scarti delle verdure. Poi passa l’AMA a pulire ma fino
alle 15-16 la situazione è indegna e la puzza permane per tutta la giornata
2) molti ristoranti ignorano la raccolta differenziata e usano i cassonetti
in malo modo senza chiudere bene le buste dei rifiuti; quindi il cattivo
odore è costante. Faccio l’esempio dell’affollatissimo "Bucatino": basta
passare vicino ai cassonetti di fronte al ristorante per essere travolti da
odori nauseabondi.
4) il supermercato Sidis usa il marciapiede e parte della strada come
magazzino per i carrelli portacartoni e non si cura assolutamente di
raccogliere quanto rimane in terra. Anche loro sporcano in totale libertà.
Ho provato diverse volte a coinvolgere i vigili urbani ma mi sono sentita
"voce di cittadina che grida nel deserto".
5) evito di parlare della cacca dei cani; attenzione a camminare senza
guardare per terra.
Io vedo gli spazzini, anzi gli operatori dell’AMA passare a pulire ma anche
se lo facessero tutti i giorni che cambierebbe?
Sono una persona tollerante, democratica, progressista ma mi verrebbe da
invocare una forte repressione per questi comportamenti incivili.
grazie per l’attenzione
Ci sarebbe un forte dubbio riguardo gli scavi che ormai prossimi alla fine torneranno nuovamente coperti (prepariamoci a visite guidate), per far posto al nuovo mercato-pargheggio-stanze per pochi fortunati universitari-si vocifera anche un mini centro commerciale-, tutto in sintonia con le poche vestigia semmai qualcosa rimarrà scoperto.
Ora il punto quale è……….
Perché questo progetto non viene mostrato in pubblico cosi che i residenti non ne prendono pienamente conoscenza, e là, dove è evidente una bruttura, trovare il modo di farla modificare in tempo? Sarà una struttura che rimarrà li a vita, perché accettare passivamente il progetto di qualche architetto che non conosce i problemi di chi ci vive? Io ho intravisto il progetto finale e penso che si poteva sicuramente fare meglio
“Nell’ambito delle norme tecniche del nuovo Prg è prevista l’approvazione (e si suppone anche l’utilizzazione ) di un Regolamento finalizzato ad organizzare nelle sue varie forme la partecipazione dei cittadini alla definizione delle scelte urbanistiche” ( MODELLO ROMA edizioni ODRADEK ),
Sappiamo tutti che dietro ci sono investimenti notevoli di privati che hanno pazientato tutto questo tempo, ma la cosa è importante anche per noi e non dovremmo farcela scivolare addosso.
La partecipazione attiva dei cittadini dovrebbe essere una garanzia di continuità delle tradizioni e un bene necessario per le città prima che queste non vengano definitivamente trasformate in agglomerati turistici da personaggi senza scrupoli . Mi piacerebbe che le persone si pongano questa inevitabile domanda: quanto ancora riusciranno a rimanere nell’ambiente in cui hanno vissuto?
roberto
p.s. la prossima sarà il monte dei cocci
Sono un giovane pensionato che nell’83 è migrato dal Flaminio a Testaccio.
Oggi ho scoperto il Vs. interessante giornale nella biblioteca Enzo Tortora e dunque Vi scrivo.
Mi interessa diffondere la conoscenza della storia del Rione: Roma è eterna ma Testaccio no!
Potremo celebrare, in questi anni, il centesimo anniversario della sua edificazione ed insediamento abitativo col primo proletariato neo-industriale immigrato in città.
Lascio alla bella penna di Irene Ranaldi la descrizione della storia dettagliata di Testaccio.
Ho una proposta, da suggerire a chi di competenza, per far conoscere la particolarità di questo nostro monte ai cittadini romani, italiani e forestieri (turisti o meno) che passano presso il suo ingresso (via Zabaglia) ignorandolo anche perché occultato dai platani.
Porre dei pannelli esplicativo-divulgativi bilingue (come quelli di Mirabilia) nelle strade attorno al monte e due anfore sopra i pilastri del cancello d’ingresso per chiarirne il contenuto. (Viviamo nell’era delle immagini pubblicitarie o no!)
So che c’è un cartello all’interno dell’area archeologica.
Ma chi transita all’esterno non sa spiegarsi (stando ai cartelli all’ingresso) perché mai dovrebbe voler visitare un’area archeologica pericolosa e d’accesso vietato: “ma che c’e sarà da vede”?.
A Roma (dai sette colli) chi va ad immaginare che quello lì è artificiale, dà il nome al rione e fu il luogo di divertimento dedicato al popolo romano per diversi secoli.
Per ”l’apologia della memoria” mi ricordo di quando in via Florio i ragazzini giocavano a tennis per strada, poi le macchine parcheggiate l’hanno sfrattati.
Un saluto cordiale e tanti auguri per il giornale.
Borgianelli Spina Giovanni