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Un pezzo di storia dimenticata del marzo 1944

Centinaia le vittime civili dei bombardamenti anglo-americani su Testaccio/Ostiense.

venerdì 11 marzo 2011, di Fabrizio Scottoni


Sessantasette anni fa, nel marzo del 1944, la zona sud occidentale di Roma venne più volte bombardata dall’aviazione anglo-americana. Nei quartieri di Garbatella, Ostiense e Testaccio tantissime furono le vittime civili e gravissimi i danni a case ed edifici.
quel che resta della tipografia Salomone
Non era la prima volta che la città subiva bombardamenti aerei: meno di un anno prima, il 19 luglio del ’43, nel popolare quartiere di San Lorenzo gli alleati sganciarono ben 4.000 bombe che provocarono circa 3.000 morti ed 11.000 feriti. In quella occasione finì l’illusione che Roma avrebbe mantenuto una sorta di inviolabilità, grazie al suo carattere di città sacra, sede del Vaticano. Subito dopo il bombardamento di San Lorenzo il regime fascista subì un colpo decisivo con la messa in minoranza di Mussolini nel Gran Consiglio e con il suo arresto. In quel momento molti si illusero nell’immediata fine della guerra e delle sofferenze che aveva provocato. Quelle illusioni cessarono il quando i quartieri orientali furono di oggetto di nuovi bombardamenti e a poco valse la successiva dichiarazione di “Città aperta”, che comportava l’allontanamento delle strutture militari dalla città e la sospensione dell’attività contraerea in cambio della cessazione dei bombardamenti.
L’occupazione di Roma da parte dei tedeschi trasformò infatti la città in un obiettivo fondamentale e lo sbarco ad Anzio degli alleati avvicinò la linea del fronte. L’area Ostiense, per la presenza di importanti strutture produttive e di importanti vie di comunicazione e ferroviarie, era tra le zone con più alto rischio di essere bombardate.
Il 14 febbraio 1944 i cacciabombardieri colpirono lo scalo ferroviario ostiense, ivi compresi edifici residenziali vicini. Il giorno successivo fu attaccato il Gazometro con l’obiettivo di interrompere la fornitura del gas in tutta la città. Ma questo solo parzialmente fu colpito, mentre un’altra bomba, destinata probabilmente al mattatoio, centrava un palazzo di Testaccio dove aveva sede una cooperativa. Gravemente danneggiata fu la scuola IV Novembre in via Alessandro Volta, che all’epoca era occupata da famiglie di sfollati.
Molto più pesanti si rivelarono i bombardamenti del 17 febbraio: ai Mercati Generali (30 morti e 50 feriti), al distaccamento della Guardia di Finanza di via Pigafetta, di nuovo al Gazometro (12 morti), in via dei Magazzini Generali dove venne distrutto un mobilificio (5 morti), in via Caboto, in via Pellegrino Matteucci e in via del Commercio (2 morti). In tutto in quei giorni di febbraio le bombe alleate provocarono oltre 80 morti e diverse centinaia di feriti tra la popolazione civile, già stremata dall’occupazione nazista e dalla penuria di generi alimentari. Due giorni più tardi, alla stazione Ostiense i partigiani fecero saltare in aria un vagone carico di munizioni destinate alle truppe tedesche di Cassino, dove in quei giorni infuriava la battaglia.
Meno di un mese più tardi l’aviazione anglo-americana tornava a colpire duramente. Il 3 marzo 1944 in un’ora e mezzo di bombardamenti (dalle 11,04 alle 12,37) morivano centinaia di persone al tiburtino e all’ostiense. Sul solo piazzale Hitler (oggi piazzale dei partigiani) caddero 25 bombe di grandi dimensioni. Persino le vetrate della basilica di San Paolo andarono in frantuni, la Piramide Cestia fu danneggiata e il Cimitero Acattolico fu sconvolto.
il cimitero acattolico sventrato dalle bombe_ All’inizio di via Ostiense crollarono le case ai numeri 22, 36a e b; fu distrutto lo stabilimento di arti grafiche Salomone e gli edifici dal numero civico 11 al 29; furono ripetutamente colpiti i Mercati Generali, dove si sviluppò un grande incendio. 12 morti e 19 feriti si registrarono a via dei Conciatori. In via del Gazometro andarono in macerie la tipografia e casa editrice Atena e la stessa chiesa di S.Benedetto della quale rimasero in piedi solo le mura perimetrali. Altre case furono centrate in via del Campo Boario, in via Bottego e in via Matteucci.
Il giorno successivo Testaccio e Ostiense furono di nuovo colpite: da via G. da Empoli a piazza Bottego, da via del Campo Boario a via Benzoni a via del Porto Fluviale. Tragica fu la fine di 22 persone che avevano cercato scampo nel rifugio di via Matteucci 24. Infatti il crollo della fabbrica Bartinelli provocò l’apertura di numerose bombole di zolfo le cui esalazioni asfissiarono tutti coloro che si trovavano nel ricovero. In via Papareschi fu centrato lo stabilimento della Mira Lanza dove si sviluppò un incendio.
Morte e distruzione si abbatterono anche sulla Garbatella. In particolare morirono 20 bambini in un asilo nido bombardato. A Testaccio gli effetti dei bombardamenti si sentirono a piazza S.Maria Liberatrice e intorno al Monte dei cocci provocando diverse vittime.
A differenza di quello di S.Lorenzo, raramente viene ricordato nelle celebrazioni ufficiali il bombardamento di Testaccio-Ostiense. Ciò anche in relazione ad altri tragici fatti che hanno attratto l’attenzione che avvennero in quel tragico 1944: primo fra tutti l’eccidio delle Fosse Ardeatine.
A 67 anni di distanza da quei giorni di marzo ci sembra utile ricordare gli attacchi aerei anglo americani e i lutti che hanno provocato. Un po’ per far uscire dall’oblio avvenimenti importanti nella storia del quartiere, in un momento in cui la salvaguardia della memoria soprattutto tra le giovani generazioni, appare impresa ardua; un po’ per riaffermare il grande valore universale, sancito nella nostra Costituzione, della Pace, e del ripudio di tutte le guerre.
Come dice Erri De Luca “Il bombardamento aereo, da Guernica in poi, colpendo indistintamente e soprattutto i civili è fatto terroristico che nessuna “causa” può giustificare”.

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