Vorrei parlare di un sorriso. Di quel sorriso a cui vorrei rispondere potendogli offrire uno stato di diritto. A cui vorrei donare quel qualcosa che lo aiuti a capire di essere orgoglioso della sua italianità e della nostra cultura.
Vorrei che si rendesse conto che può pensare in grande e che può sognare il meglio per se.
Vorrei che si rendesse conto di poterci davvero credere perché lui è il migliore e che la legge è uguale per tutti.
Vorrei che si convincesse che esiste il senso civico di potersi relazionare all’altro senza rischiare un pugno mortale in un occhio.
Potrei fargli capire che è davvero così. Che lui un giorno vivrà bene, che non dovrà spintonare nessuno, che non avrà bisogno di dover far capire che quella cosa non si fa. Quell’atteggiamento non è onesto, non è corretto nei confronti dell’altro.
Vorrei offrirgli la speranza di poter stare in un mond diverso, ma sono senza alcun mezzo.
Per ora mi limito ad augurarmi solo che quel raggiante sorriso possa avere la stessa intensità tra 20 anni, scorgendolo per caso in un bimbo cresciuto.
Vorrei rivederlo proprio come stamattina e riconoscerlo tra migliaia di persone.