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Governo

Dimissioni subito

Un atto di igiene politico istituzionale, un atto di decenza

venerdì 21 gennaio 2011


Da 16 anni l’Italia è costretta e umiliata dentro l’agenda degli interessi economici e giudiziari di Berlusconi, dilaganti ad ogni stagione; il numero di leggi approvate allo scopo di tenerlo lontano dai tribunali e di favorire le sue aziende, cresciute negli anni di numero e peso, è tale da disegnare un quadro ben più profondo e malato del reiterato conflitto di interessi e assurdo in un paese moderno.
La vicenda della FIAT è esemplare e andrebbe confrontata con quella dell’Alitalia. Berlusconi non ha (non ha mai potuto ottenere) interessi diretti nell’azienda della famiglia Agnelli.
A Pomigliano prima e a Mirafiori poi, i lavoratori sono stati posti di fronte ad un ricatto insopportabile. In una situazione nella quale non c’e’ trattativa ma solo disperata difesa del posto di lavoro, la presenza autorevole del Governo come parte terza e di garanzia sarebbe assolutamente obbligata, evitando un distruttivo sbilanciamento di poteri.
Ma Berlusconi non ha interessi diretti; pertanto il governo da lui presieduto è stato clamorosamente assente; abbiamo ascoltato qualche inopportuna parola di Sacconi ed una adesione acritica di Berlusconi alle iniziative di Marchionne. Nulla più di poche battute dentro una vicenda che non riguarda solo i lavoratori FIAT, comunque impresa strategica per il sistema italia, ma che rischia di corrompere i rapporti di lavoro di ogni altra azienda in Italia, in una sorta di effetto domino. Presto in molti saremo costretti a vivere la stessa ansia provata dai metalmeccanici di Mirafiori.
Ora emerge l’ultimo insopportabile scandalo a conferma di uno stato grave di malattia, di una condizione di ricattabilità insostenibile per un uomo di stato, del superamento della decenza e del declino dell’uomo politico. Un minimo senso dello stato e di rispetto per gli italiani, consiglierebbe ad un uomo politico qualsiasi un discreto passo indietro.
Ma Berlusconi sembra piuttosto intenzionato a trascinare il palazzo nella sua rovinosa caduta. Confermando ancora una volta di essere stato ora e sempre assai più attento ai suoi personali interessi che a quelli degli italiani.
È tempo che l’Italia torni ad occuparsi dei propri tanti problemi. E’ tempo di riguadagnare la stima degli altri paesi. Di pensare al futuro dei nostri giovani e del nostro paese. È tempo di tornare ad occuparci della salute della nostra terra. È tempo di voltare pagina.

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