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Profilo e ruolo politico di SEL

L’esigenza di sviluppare un’azione politica di tipo multinazionale

sabato 21 gennaio 2012, di Paolo Santurri


La crisi finanziaria internazionale cha dagli Stati Uniti ha coinvolto drammaticamente l’insieme dei paesi europei richiede la realizzazione di modelli si azione politica che, sul piano organizzativo, politico ed operativo, debbono travalicare i confini nazionali dei singoli paesi.
La presenza di capitali finanziari che a livello mondiale risultano essere pari a quasi otto volte la ricchezza totale prodotta in tutto il mondo, la diffusione incontrollata di trasferimenti finanziari su scala internazionale e l’assenza di politiche di controllo di organismi appositamente riconosciuti in questo ambito favorisce di fatto la speculazione.
Il ruolo dell’economia finanziaria rischia di soppiantare l’economia reale e l’effettiva creazione di ricchezza.
Se si orienta l’attenzione anche sulle attività produttive, la crescita dei processi di delocalizzazione verso i paesi in cui è possibile disporre di un costo di lavoro più basso o di politiche fiscali più favorevoli sta inducendo meccanismi diffusi di deindustrializzazione nel nostro paese.
Si assiste sempre più a sistemi di interazione e integrazione tra i diversi paesi che richiede l’adozione di azioni politiche di contrasto e proposte attive in grado di muoversi sullo stesso terreno e nelle medesime dimensioni.
E’ opportuno pertanto che vengano adottate misure a livello internazionale in grado di fronteggiare questi fenomeni, in modo di poter per un verso difendere il potere di acquisto dei lavoratori, per l’altro contribuire ad una diversa distribuzione della ricchezza che, nel corso degli ultimi 20 anni, in pressoché tutti paesi, si è progressivamente concentrata presso le fasce sociali più elevate.
L’insieme delle forze politiche, sociali e sindacali della Sinistra debbono dunque operare per i conseguimento di alcuni obiettivi in grado di contrastare i poteri illimitati del capitale finanziario internazionale.
Ci si riferisce nello specifico a:
- L’introduzione della Tobin tax sulle transazioni finanziarie;
- Controllo e ridimensionamento del ruolo dei paradisi fiscali;
- Armonizzazione delle politiche fiscali, a partire dai paesi dell’Unione Europea;
- Realizzazione di politiche comuni e di azioni sindacali concertate rivolte a garantire comunque standard minimi, per ciò che attiene alle condizioni di lavoro e ai trattamenti salariali sul piano sopranazionale.

Allo stato attuale si assiste soltanto alla presenza di realtà sociali e di movimento che hanno posto nei differenti paesi questi problemi e che hanno tentato in tal modo di sviluppare forme di lotta finalizzate al raggiungimento di alcuni degli obiettivi sopra elencati.

E’ di tutta evidenza che, in assenza di attività di coordinamento stabile, di piattaforme comuni e di forme di lotta concordate su base internazionale, risulti estremamente difficile assicurare livelli di continuità in grado di produrre risultati concreti che possano dare respiro e incisività alle diverse lotte che vengono invece condotte in modo sporadico e frammentario.
L’esistenza di movimenti, come quello degli indignatos, che, in Europa e negli Stati Uniti, hanno sviluppato iniziative che hanno messo in discussione alla radice i meccanismi che regolano l’attività del capitale finanziario internazionale e del sistema economico e produttivo mondiale, in assenza di una sponda politica credibile e qualificata, rischiano di costituire una pura testimonianza e di rifluire senza ottenere nessun risultato degno di nota.
E’ pertanto auspicabile che Sel si faccia promotrice di una serie di incontri tra le forze politiche di Sinistra presenti nell’Unione Europea in modo di dar vita ad un’iniziativa comune finalizzata a fornire gambe e respiro politico alle lotte condotte nei diversi paesi.

In questo quadro, l’organizzazione di un convegno internazionale con la partecipazione delle forze politiche della Sinistra, degli ecologisti, delle realtà disponibili presenti all’interno del PSE e dell’Internazionale socialista, dei movimenti presenti su scala europea ed internazionale e delle differenti istanze sindacali che operano nei singoli paesi, potrebbe rappresentare un primo momento importante in grado di avviare la discussione per la definizione di una piattaforma comune in grado di fornire una risposta complessiva sul piano internazionale rivolta a contrastare i processi di finanziarizzazione dell’economia e a delineare contenuti ed obiettivi di politiche economiche alternative e di un nuovo modello di sviluppo.

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